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Il viaggio di una compressa

Il viaggio di una compressa

Si può sbriciolare una compressa e utilizzarla in polvere come ingrediente di un farmaco galenico? Assolutamente no, sarebbe un errore grave che, infatti, i farmacisti con la loro professionalità evitano accuratamente. 

Facciamo un esempio. Il paziente Mario necessita di un farmaco personalizzato, diverso dai prodotti in commercio, per questo si rivolge al farmacista di fiducia affinché glielo prepari rispettando la prescrizione del medico.

Consideriamo come esempio che questo composto debba includere 1000 milligrammi (un grammo) di paracetamolo. Perché il farmacista, anche se si trovasse sprovvisto di paracetamolo, non metterà mai una compressa di Tachipirina 1000 nel mortaio per usarla in polvere? 

Una compressa di Tachipirina 1000 non contiene solo il principio attivo (il paracetamolo) ma anche cellulosa microcristallina, amido pregelatinizzato, acido stearico, croscarmellosa sodica e povidone. Il tutto di un uniforme colore bianco. Come potremmo dunque separare il principio attivo dagli eccipienti? E quanto del principio attivo si disperderebbe semplicemente negli strumenti utilizzati con i micro-frammenti di quella che fino a poco prima era la nostra compressa?

A questo punto vi raccontiamo il viaggio di una compressa…

Nella formulazione di una compressa i laboratori farmaceutici devono includere ovviamente il principio attivo, cioè il farmaco che ci cura, al di là di quello che sarà il suo nome commerciale. Il principio attivo è quasi sempre in quantità impalpabile e, per questo, per poterla maneggiare e ingerire, una compressa deve avere una certa dimensione. Per aumentare il volume si utilizzano degli eccipienti inerti

Oltre a ciò vi è spesso la necessità di una colorazione per distinguere la compressa dalle altre simili per forma e dimensione, di un rivestimento che renda meglio deglutibile la pillola oppure che la protegga dalla nostra saliva o dai succhi gastrici fino al momento in cui il principio attivo potrà essere liberato per assicurarci la massima performance della cura. 

Sulla base della composizione della nostra compressa i principi attivi ed eventuali eccipienti devono essere prodotti in polvere e poi dosati accuratamente, attraverso pesature molto precise, poi si crea la compressa e infine la si confeziona nelle tipiche confezioni a blister che, a loro volta, vengono inscatolate, insieme al foglio illustrativo (il cosiddetto “bugiardino” nelle loro confezioni recanti tutte le informazioni fondamentali. Sono tutti processi che si svolgono in linee di produzione automatiche e che vengono inclusi nella Risk Analisys che noi di SPAI svolgiamo per conto dei produttori delle tecnologie o direttamente per i committenti dell’industria farmaceutica di tutto il mondo, grazie alla nostra presenza fisica sul territorio dove si concentrano i più importanti produttori di macchinari per il settore farmaceutico. Grazie al nostro servizio di convalida farmaceutica aiutiamo le aziende di questo settore a prevenire eventuali malfunzionamenti e, dunque, errori nella somministrazione del farmaco. 

Ma torniamo al nostro viaggio, perché siamo rimasti a una polvere che, come avviene con il talco, non si riesce a comprimere. 

Per questo si passa alla granulatura, un processo che trasforma la polvere trasformata in granuli, piccolissimi, come granelli di zucchero. Il composto viene poi compresso in una comprimitrice e così si costituisce il cosiddetto nucleo della compressa. Ora il nucleo deve essere ingrandito, per renderlo più consistente, meno fragile, e meglio utilizzabile. 

Quello che sarà il nucleo della compressa viene deposto in una macchina rotante, chiamata “bassina” o “bassinatrice”. Si tratta, per renderla semplice, di un grande catino che ruota attorno al suo asse (il suo centro). Questa tecnologia viene impiegata non solo in ambito farmaceutico ma anche, pur con qualche differenza, nell’industria alimentare dolciaria, per la produzione di confetti. Durante la rotazione si attivano degli appositi spruzzatori che depositano sul nucleo quello che diventerà il rivestimento della pillola. 

A questo punto le compresse sono pronte per proseguire il loro viaggio fatto di controlli e confezionamento, lungo linee asettiche e protette da contaminazioni (anche questi sono aspetti che vanno contemplati quando svolgiamo una convalida farmaceutica).

Foto di Arek Socha da Pixabay